30 aprile 2010

La sfida ecosostenibile per il commercio

La crisi, partita da un livello finanziario, è entrata nell’economia reale. È diventata crisi dei consumi. Di fronte alle problematiche sorte, sia reali sia teoriche, si possono assumere due atteggiamenti contrapposti: consumo o non consumo. L’unica alternativa a questa visione in bianco e nero risulta essere la massima attenzione al prezzo.

Nel concreto, se pur sembrano sempre meno accettati comportamenti che sfociano nel consumo compulsivo o esasperato (si pensi alla riduzione del budget di spesa applicata anche da personaggi famosi, come Carlo d’Inghilterra…), non è immaginabile ritornare al passato, in un mondo di consumi sostanzialmente ridotti.

Il consumo mantiene un ruolo centrale. Ciò che è cambiato, e se ne parla da numerosi anni ormai, è il consumatore, che vuole rivestire un ruolo da protagonista: il consumattore, o consumautore, che ambisce a valorizzare sé stesso, i propri valori e le proprie relazioni anche attraverso il consumo.

Due declinazioni molto attuali di questo sono, da una parte, lo sviluppo del web 2.0 , che comporta un movimento informale di scambio di informazioni che spesso si intreccia con il mondo economico, dall’altra la volontà di effettuare scelte consapevoli di consumo, che si declinano in attenzione al riutilizzo e riciclo, in scelta di prodotti biologici, di provenienza certificata, equo-solidali o eco-compatibili.

Il fermento esistente è dimostrato dalla crescita costante di quanti consumano frequentemente prodotti biologici: secondo l’Osservatorio sugli Italiani e il benessere condotto da Gianpaolo Fabris, ora è una quota pari al 25% dei consumatori, il 5% in più rispetto a tre anni fa. In generale, è in aumento la considerazione dell’impatto ambientale dei consumi e dei comportamenti della vita quotidiana, visto che il 44% si giudica più attento rispetto ad un anno fa.

Anche le imprese si stanno accorgendo di questo crescente “spirito green”: il 63% di manager o imprenditori italiani dichiara di essere familiare con il concetto di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, mentre il 51% è fortemente convinto che applicare una strategia di sostenibilità sia un obiettivo concreto di lungo periodo per la propria impresa (fonte SWG).

In tutto questo, le imprese del commercio, che rappresentano il punto di interfaccia finale dove prende vita la relazione tra cliente e impresa produttiva, quali scelte possono fare?

In particolare, come i piccoli commercianti possono inserirsi in questa corrente?

Per rispondere, bisogna prima di tutto tenere conto che una delle difficoltà principali incontrate dalle imprese è che l’ecosostenibilità ha dei costi. Non a caso, a impegnarsi concretamente in iniziative di carattere sociale o ambientale sono soprattutto le grandi imprese: tra chi ha più di 200 dipendenti, è il 74% a sostenere una strategia aziendale green, mentre tra le imprese con meno di 10 dipendenti tale quota di adesione scende al 30%.

Esistono tuttavia buone pratiche che le piccole imprese del commercio possono adottare, sia individualmente, sia tramite azioni di sistema, in collaborazione con gli Enti pubblici e Associazioni.

A livello nazionale, esistono iniziative come “Porta la sporta” , a cui possono aderire singole imprese, associazioni, Comuni, Province o Regioni, che promuove iniziative per educare a non usare i sacchetti di plastica, ma borse di tela e altri materiali che non inquinano l’ambiente.

Alcune realtà hanno poi adottato all’interno dei punti vendita distributori alla spina, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti prodotti. Uno splendido esempio di questo sono le iniziative avviate a Capannori, un comune di 45 mila abitanti in provincia di Lucca. L’amministrazione comunale, nell’ambito dell’iniziativa “Rifiuti Zero 2020”, ha avviato una collaborazione con Confcommercio e Confesercenti per portare gli erogatori alla spina in numerosi punti vendita. Qui si trova l’elenco.

I risultati di questo approccio, oltre ad essere di beneficio per l’ambiente e i cittadini di Capannori, lo sono stati anche per la reputazione del comune, che ha goduto di una attenzione mediatica non indifferente.

Ora sono in molti a conoscere Capannori per le sue iniziative eco-sostenibili, grazie a numerosi programmi e telegiornali nazionali che si sono occupati di questa case history. Potete scegliere tra i video apparsi a Geo&Geo , Linea Verde, telegiornali locali e nazionali , Caterpillar ecc.

Risultati che dovrebbero mettere d’accordo anche gli eco-scettici sull’utilità di certe iniziative.

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