30 novembre 2009

I trend del Marketing 2010

Siamo quasi arrivati alla fine di questo 2009 e tra poco si moltiplicheranno i post di bilanci, considerazioni, riflessioni e dissertazioni su come e quanto è cambiato il nostro modo di fare marketing.
Per precorrere i tempi, abbiamo dato un'occhiata al MediaPost.com, il quale pubblica un vademecum dei 10 trends di marketing per il 2010.

Vediamo quindi i dieci punti:

1. Imparare a fare di più con meno (risorse finanziarie e umane)

L'unico modo per fare di più con meno è quello di riuscire allineare le risorse rimanenti verso una soluzione unica e potente di marketing integrato.

2. La riduzione dei budget non deve andare a discapito di una scelta di tipo multicanale

I responsabili marketing stanno apportando grossi tagli su canali specifici (ad esempio, nella stampa). Possiamo permetterci di eliminare questo media dal mix? Internet lo soppianterà totalmente? La risposta è NO.

3. Il Marketing ricorrerà sempre più a strategie di social networking, ma...solo gli utenti possono decidere cosa è veramente "sociale".

4. Avremo più dati ma ancor meno "comprensione"

Avremo più dati da fonti credibili: le fondazioni, i docenti universitari di marketing e i media stessi, ma stiamo entrando in un'era cosiddetta da "Wild West", in cui le correlazioni tra fonti del presente non è detto che siano in grado di guidare le decisioni future.

5. Le differenze tra i media saranno sempre più sfumate

Nel 2010, gli utenti avranno sempre più punti di accesso media: live view, DVR, video on demand, Hulu, la propria rete di siti Web ecc. Non sarà più chiaro dove finisce uno schermo e dove ne comincia un altro. Forse, stiamo iniziando a capire - sarà tutto uno schermo!

6. Push Vs Pull diventerà sempre meno rilevante

Saranno i contenuti ad essere pull e push allo stesso tempo e gli sforzi si concentreranno sulla creazione di esperienze che offrano entrambi: per raggiungere quante più persone possibile, stimolando la loro partecipazione e il loro desiderio di condividere l'esperienza con gli altri.

7. Il contenuto di valore viaggia alla velocità di un click

I consumatori sono il più potente acceleratore, muovono i contenuti alla velocità di un click. Tuttavia, il primo valore sarà sempre il contenuto. Ci sarà meno tolleranza per i contenuti mediocri e i consumatori avranno a disposizione sempre più mezzi per evitarli o smaltirli.

8. La stratificazione demografica diventerà sempre meno rilevante

Nel 2010 il mondo dei media per un 18enne sarà molto diverso da quello per un 49enne. Ogni anno, il divario tra il consumatore che utilizza Internet e quello che vede la televisione diventa più profondo. Secondo "Generations Media" (Martin Block PhD, Don Schultz PhD, e BIGresearch), la fascia 18-49 contiene almeno quattro diverse generazioni di media.

9. La simbiosi tra media creerà interessanti - e a volte strane - partnership

I media saranno sempre più influenzati dalle leggi della simbiosi piuttosto che quelie della selezione naturale. Considerare il rapporto tra YouTube e la televisione: questi canali apparentemente concorrenti si sono trasformati rapidamente in media simbiotici.

10. L'anno 2010 sarà l'anno delle buone idee

I canali mediatici, per definizione, servono solo come strumenti per veicolare i contenuti. Senza una buona idea, il contenuto evapora. E' semplice! Nonostante minori risorse, maggiore diversità, e minore certezza, solo le buone idee alimenteranno i risultati di marketing integrato nel 2010.

Noi condividiamo soprattutto la forte spinta alla qualità dei contenuti inseriti sul web e il fatto che ancora siamo ben lungi dalla una stabilizzazione dei social media come principali vettori di comunicazione tra aziende e consumatori.

Inoltre l'anno prossimo sarà a nostro parere un anno di forte spinta creativa per quanto riguarda applicazioni frutto del lavoro di diversi labs (vedi Google Wave o Pearl Trees ad esempio).

27 novembre 2009

Marketing a ritmo di web

In che direzione sta andando il marketing? Riusciranno social network, microblogging e la net-alfabetizzazione di massa a modificare le fondamenta dell'approccio al cliente? O tutto fa semplicemente parte di una naturale evoluzione fatta da strumenti nuovi e non da mentalità nuove? E' piuttosto evidente che il modo per percepire bisogni latenti e palesi stia subendo una rivoluzione senza precedenti, di portata notevole e di grande impatto sulle precedenti teorie 'accademiche'. Si tratta di un passaggio a cui non ci si può sottarre, pena la perdita di "polso". La mutevolezza, l'effetto cangiante, multiplo e multiforme della realtà potenzia l'effetto mirroring, applicato sulle tecnologie utilizzate per trasmettere conoscenza, contenuti, informazioni.
Nella cultura post-moderna non è il prodotto/servizio il fulcro del rapporto tra azienda e utente, ma la relazione, la comunicazione, l'interazione e i segni (intangibili per lo più) che lascia su entrambi, in termini di comportamento e di consapevolezza.
La rete di relazioni compone così una nuova e mutevole forma di socialità fluttuante, che si aggrega e disgrega in maniera assolutamente libera ma mai casuale. Se il gruppo funziona da semiotica sociale allora il brand ne è il totem volontario e formale, in grado di tradurre e trasferire emozioni, passioni e livelli sempre crescenti di interazione umana e perciò sociale.
L'azienda è, o si prefigge di diventare, sempre più trasparente, sempre più aperta e bisognosa di contatti, cooperazione, interazione. Imprescindibile è perciò prestare sempre maggiore attenzione all'ascolto: ascolto dei rumors, del muoversi delle fronde, delle gocce di pioggia da una grondaia piuttosto che del caos indistinto.
Mostrarsi e confrontarsi è il modo migliore per arrivare all'utente e innescare azione.